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F1 | GP Made in Italy Emilia Romagna 2022: analisi e guida circuito di Imola

L'Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari richiede carico aerodinamico e un anteriore reattivo nei cambi di direzione. Analizziamone le caratteristiche

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A due settimane dal GP Australia che si è disputato all'Albert Park Circuit di Melbourne e vinto dalla Ferrari di Charles Leclerc, la F1 farà tappa, questo fine settimana, all'Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola per il GP Made in Italy Emilia Romagna, quarto appuntamento iridata della stagione 2022. L'annata in corso ha visto cogliere due successi da parte del monegasco, saldamente in vetta alla classifica piloti, e uno da Max Verstappen. Il campione del mondo in carica della Red Bull paga però due ritiri nella tappa inaugurale in Bahrain e in Australia.

L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola è stato inaugurato nel 1953, denominato ‘Prototipo CONI’ in origine, ed ha ospitato il primo gran premio di Formula Uno il 14 settembre 1980. Sono in totale ventinove le edizioni che si sono disputate sulla pista imolese, l’ultima l’anno scorso. Verstappen aveva trionfato davanti alla Mercedes di Lewis Hamilton e alla McLaren di Lando Norris. Il record della pista appartiene a Valtteri Bottas che aveva fatto segnare la pole position nell’edizione 2020 col crono di 1:13.646. Mentre il record in gara appartiene al pluri iridato della Mercedes, che due anni fa aveva fatto registrare il giro più veloce della corsa in 1:15.555.

La pista è lunga 4909 metri ed è composta da 19 curve, delle quali nove a destra e dieci a sinistra, mentre il rettilineo più lungo misura 358 metri. La lunghezza della distanza di gara prevista sarà di 308,537 km. Circa cento metri dopo la linea di partenza, vi è la curva 1. Si tratta di una destra da percorrere in pieno in ottava velocità a 311 km/h e porta verso la Variante Tamburello. E’ costituita dalle curve 2 (5a, 182 km/h), 3 (5a, 202 km/h), e 4 (6a, 246 km/h) in sequenza sinistra, destra e sinistra.

Successivamente, vi è il rettilineo che porta alla Variante Villeneuve, una rapida chicane sinistra-destra che i piloti percorrono in ingresso a 274 km/h in settima marcia (curva 5) e in uscita in quinta velocità a 196 km/h (curva 6). In seguito alla variante intitolata alla leggenda canadese della Ferrari, vi è la frenata della Tosa (curva 7), un tornante verso sinistra a 180 gradi da fare in terza marcia a 113 km/h. Nel momento in cui si apre lo sterzo e si parzializza l’acceleratore in uscita, è di fondamentale importanza avere un’ottima trazione e un retrotreno stabile per affrontare il successivo tratto veloce della pista imolese.

La curva 8, verso destra da affrontare full-throttle in settima marcia a 277 km/h, precede la doppia sinistra delle curve 9 (Piratella) e 10. La prima ha una velocità di percorrenza di 234 km/h in sesta marcia, la seconda si percorre in pieno a 266 km/h in settima velocità. In seguito, breve vi è un breve allungo che porta alle Acque Minerali. Ambedue verso destra, si affrontano rispettivamente a 287 km/h in 7a (curva 11) e a 149 km/h in 4a (curva 12).

In uscita da quest’ultima vi è l’immediato cambio di direzione verso sinistra della curva 13, da fare a 182 km/h in quarta, il cui successivo breve allungo porta alla Variante Alta. Si tratta di una chicane destra-sinistra (curve 14 e 15) nella quale bisogna avere un avantreno stabile in ingresso per ‘aggredire’ i cordoli interni e un retrotreno stabile in uscita. In trazione si sfrutta tutta la pista fino ai limiti della linea bianca per poi affrontare prima curva 16, una destra da percorrere a 293 km/h in settima marcia, e in seguito le Rivazza (curve 17 e 18).

Ambedue verso sinistra, si affrontano rispettivamente in 3a a 135 km/h e in 4a a 171 km/h, portano verso l’ultima curva della pista romagnola, la 19, una destra da fare in settima marcia a 279 km/h. La prima delle due Rivazza rappresenta il punto di frenata più impegnativo dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari secondo quanto riferito dalla Brembo. Le monoposto decelerano da 298 km/h a 135 km/h nell’arco di 1,71 secondi e nello spazio di 92 metri. La decelerazione è di 4.7 G.

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